Ruben Razzante*

Già prima dell’Epifania sono partiti i saldi invernali. Anche sui siti di e-commerce sono state lanciate numerose promozioni, ma pare che si registri un consistente ritorno agli acquisti nei negozi fisici. Nonostante questo, l’Associazione italiana commercio elettronico (Aicel) ha messo in guardia i consumatori da truffe e promesse ingannevoli on-line, raccomandando prudenza a quanti preferiscono comprare capi di abbigliamento o altri prodotti utilizzando gli agili strumenti della Rete. In verità quest’anno esiste già qualche tutela in più per i consumatori grazie alla direttiva Omibus, in vigore dal settembre scorso ma non pienamente operativa (mancano i decreti di attuazione), che impone ai venditori on-line di informare correttamente e con completezza i potenziali acquirenti in merito agli sconti applicati. In particolare ogni annuncio di riduzione di un prezzo deve indicare il prezzo precedente più basso applicato dal commerciante nei 30 giorni precedenti. Inoltre, quella direttiva vigila sulle recensioni false e manipolate, sia elogiative che stroncatorie, che rischiano di rivelarsi fuorvianti. L’allarme truffe on-line resta comunque elevato, come confermano le analisi della Direzione centrale della polizia criminale riferite al 2022. In Italia i reati informatici sono diminuiti del 15% rispetto allo scorso anno ma due frodi su tre avvengono in Rete. Al primo posto tra i casi di truffa più comuni elencati da Aicel, figurano i siti copia: il falso venditore clona un sito in tutto e per tutto. Il consumatore conclude l’ordine di un prodotto pagando inconsapevolmente un’azienda terza. In genere si tratta di pagamenti non tracciabili cui non segue alcuna spedizione. Sono siti con vita breve che scompaiono ancor prima che le autorità possano intervenire. Ecco perché occorre verificare, prima dell’acquisto, che l’azienda venditrice esista e sia chiaramente identificabile.

*Docente di Diritto dell’informazione all’Università Cattolica