2023-09-11-DIGITAL360

L’associazione italiana commercio elettronico, Aicel, promuove il pacchetto che introduce obblighi stringenti per le Big tech. Il presidente Andrea Spedale: “Maggiore concorrenza e trasparenza consentiranno di far crescere il business delle imprese”

Aicel, associazione italiana commercio elettronico, “promuove” il Digital Markets Act. Secondo il presidente Andrea Spedale “la portata del provvedimento è enorme, determinerà un importante cambiamento nel panorama digitale con ripercussioni che riteniamo positive anche sull’e-commerce”.

Le decisioni della Ue

Nei giorni scorsi la Commissione Europea con il Digital Markets Act ha ufficialmente designato le Big Tech considerate “gatekeeper", ovvero le società o piattaforme digitali che ad oggi detengono il monopolio di ambiti (cosiddetti walled garden) di dati e informazioni a forte rilevanza economica.

I gatekeeper identificati dall’Ue che dovranno adeguarsi alle nuove norme entro sei mesi sono Alphabet (Google), Amazon, Apple, ByteDance (TikTok), Meta (Facebook e Instagram) e Microsoft.

“Non possiamo che esprimere soddisfazione per questa decisione, in rappresentanza dei nostri 1.300 operatori del commercio online, realtà medio-piccole che da sempre giocano un ruolo secondario in termini di trasparenza, tutele e libera concorrenza rispetto ai giganti del web – dice Spedale- Essere riconosciuti gatekeeper impedisce di imporre condizioni inique e pone forti obblighi e limiti vincolanti al potere economico delle Big Tech. Favorire l’equilibrio del mercato significa tutelare al massimo i consumatori europei, creando un sistema più favorevole alla concorrenza da parte delle aziende di minori dimensioni”.

I benefici per le Pmi

In particolare, nel settore del commercio elettronico Aicel prevede una serie di benefici all’entrata in vigore delle nuove regole. “L’impatto maggiore in termini di trasparenza e libera concorrenza sarà inerente al divieto di favorire suggerimenti dei beni e servizi delle grandi piattaforme al consumatore, dando loro maggiore rilevanza e migliore indicizzazione, rispetto all’offerta degli altri merchant – sottolinea il presidente di Aicel – Con il Dma inoltre sarà vietato tracciare i dati dei consumatori al di fuori delle proprie piattaforme senza un preventivo consenso. Infine, riteniamo un passo rivoluzionario per il settore l’interoperabilità e la possibilità di accesso ai dati per consentire a tutti gli operatori di giocare ad armi pari. Con l’entrata in vigore del Dsa (Digital Services Act) dallo scorso 26 agosto e con il Dma  ora, si disegnerà un nuovo scenario di mercato di cui vedremo gli effetti nei prossimi mesi. Abbiamo ragione di credere che le Pmi italiane sapranno cogliere questa opportunità che rappresenta una vera occasione di crescita nel mondo e-commerce”.

Cosa prevede il Digital Markets Act

Entro marzo i sei gatekeeper designati dovranno rispettare in pieno tutti gli obblighi previsti dal Dma.

Tuttavia, alcuni degli obblighi inizieranno ad applicarsi a partire dalla designazione, ad esempio quello di informare la Commissione di qualsiasi concentrazione prevista. Spetta alle aziende designate garantire e dimostrare un’efficace conformità. A tal fine, hanno 6 mesi per presentare una relazione dettagliata sulla conformità in cui delineano come rispettano ciascuno degli obblighi del Dma.

I gatekeeper devono garantire che l’annullamento dell’iscrizione ai servizi di base della piattaforma sia altrettanto facile dell’iscrizione nonché garantire l’interoperabilità delle funzionalità di base dei servizi di messaggistica istantanea. Inoltre devono dare agli utenti commerciali l’accesso ai loro dati di marketing o di performance pubblicitaria sulla piattaforma e informare la Commissione europea delle loro acquisizioni e fusioni.

Non sarà più possibile per le aziende classificare i propri prodotti o servizi più in alto rispetto a quelli degli altri (auto-preferenziazione) e preinstallare determinate applicazioni o software, impedendo agli utenti di disinstallare facilmente tali applicazioni o software. Inoltre i software più importanti, come ad esempio i browser web, non potranno più essere installati di default su un sistema operativo.  Agli sviluppatori non sarà più impedito di utilizzare piattaforme di pagamento di terze parti per la vendita delle app. Stop, infine, al riutilizzo dei dati privati raccolti durante un servizio ai fini di un altro servizio.

La Commissione controllerà l’effettiva attuazione e il rispetto di tali obblighi. Nel caso in cui un gatekeeper non rispetti gli obblighi stabiliti dal Dma, la Commissione può imporre ammende fino al 10% del fatturato mondiale totale della società, che possono salire fino al 20% in caso di ripetute violazioni. In caso di infrazioni sistematiche, la Commissione ha anche il potere di adottare ulteriori rimedi, come l’obbligo per un gatekeeper di vendere una filiale o parti di essa o il divieto di acquisire servizi aggiuntivi che concorrerebbero alla conformità sistemica.

In futuro, altre società potrebbero presentare notifiche alla Commissione nell’ambito del Dma, in base alla loro autovalutazione rispetto alle soglie pertinenti.

 

Stralcio ripreso da Digital Markets Act del 12 settembre 2023

 

 


Tags: aicel , spedale , dma
Articolo del: 12/09/2023
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