Riforma del Codice Doganale UE e Implicazioni per il Commercio Elettronico

Riforma del Codice Doganale UE: novità e impatti sull’e-commerce

La Commissione Europea ha presentato nel maggio 2023 un pacchetto normativo per rinnovare il Codice Doganale dell’Unione (Union Customs Code), con l’obiettivo di rendere il sistema doganale più digitale, efficiente e coerente con la crescita dell’e-commerce. In particolare, il nuovo impianto intende semplificare gli adempimenti: gli operatori interagiranno con un’unica piattaforma digitale doganale a livello UE anziché con procedure frammentate, riducendo sostanzialmente tempi e oneri amministrativi​. La riforma risponde alla rapida espansione del commercio elettronico: si stima infatti che nel 2024 siano stati importati circa 4,6 miliardi di piccoli articoli tramite e-commerce (il 91% dalla Cina)​, un volume talmente elevato da rendere urgente un adeguamento delle regole esistenti.

Principali novità previste

  • Piattaforme come importatrici ufficiali – Le imprese di marketplace online (piattaforme di e-commerce) saranno considerate importatrici: dovranno riscuotere e versare dazi e IVA al momento della vendita, evitando così oneri imprevisti in consegna ai consumatori​. Le vendite online da paesi extra‑UE saranno quindi gestite alla fonte dalle piattaforme, con garanzia di conformità agli standard UE (sicurezza, ambiente, diritti dei consumatori)​.

  • Abolizione della soglia di esenzione 150 € – La riforma cancella l’attuale esenzione doganale per le merci di valore inferiore a €150​. Tutte le importazioni saranno quindi soggette al pagamento dei dazi; si stima che in passato fino al 65% delle spedizioni di basso valore fosse sottovalutato per eludere i dazi​. L’eliminazione di questa soglia punta a contrastare le frodi e garantire che ogni bene importato paghi la giusta tariffa doganale.

  • Regime tariffario semplificato – Per i prodotti di basso valore provenienti da paesi terzi, i dazi verranno ricondotti a solo quattro categorie tariffarie anziché alle migliaia di fasce attuali​. Ciò renderà più facile calcolare i dazi per piccole spedizioni, snellendo gli adempimenti doganali quotidiani. Si prevede che questo nuovo regime semplificato genererà maggior gettito complessivo (circa 1 miliardo di euro in più l’anno) pur alleggerendo la burocrazia per le imprese​.

  • Autorità doganale comune e piattaforma dati unificata – Verrà istituita una nuova Autorità doganale europea che sovrintenderà a un unico Customs Data Hub UE​. Grazie a questa banca dati centralizzata, gli Stati membri potranno condividere in tempo reale le informazioni sulle merci e coordinare meglio i controlli alle frontiere. Secondo la Commissione, questa infrastruttura informatica ridurrà i costi di gestione fino a 2 miliardi di euro all’anno​.

  • Interfaccia digitale unica per le imprese – Le aziende dovranno presentare una sola dichiarazione doganale per più spedizioni, interagendo con un unico portale UE​. Nei casi di operatori affidabili (“Trust & Check traders”), le merci potranno anche circolare nell’UE senza interventi doganali attivi, rafforzando lo status di AEO (Authorized Economic Operator) per i commercianti più virtuosi​.

  • One-Stop-Shop (IOSS) esteso – Il regime semplificato IVA (One-Stop-Shop) già utilizzato per gli acquisti intra-UE di basso valore sarà esteso a tutte le importazioni, indipendentemente dal valore​. Questo significa che le imposte verranno versate tramite un unico sportello digitale, rendendo trasparente il pagamento dell’IVA per ogni singola transazione.

<!-- Il nuovo Codice doganale prevede anche l’introduzione di un’imposta di movimentazione sugli articoli di e-commerce (per coprire i costi di gestione delle merci) e altre misure per garantire la sicurezza e la sostenibilità delle importazioni. -->

Possibile anticipo al 2026

L’attuazione delle nuove regole era originariamente prevista graduale: secondo la proposta la piattaforma unica (Customs Data Hub) avrebbe aperto per l’e-commerce nel 2028 (con obbligo generale dal 2038)​. Tuttavia, in un comunicato del 5 febbraio 2025 la Commissione UE ha sollecitato di anticipare al 2026 l’entrata in vigore delle nuove disposizioni​. Tale accelerazione risponde alla “crescita costante” delle importazioni online a basso valore, per gestire tempestivamente i rischi di frodi e le esigenze del mercato​. Un anticipo al 2026 significherebbe che le imprese dovranno adattarsi prima alle nuove regole, mentre le autorità nazionali prepareranno con urgenza l’integrazione dei sistemi informatici doganali.

Implicazioni per il settore e-commerce UE e italiano

La riforma comporta impatti rilevanti per le imprese di e-commerce europee (incluse quelle italiane). Da un lato, aumentano gli adempimenti: i venditori online e le piattaforme dovranno gestire in proprio la riscossione dei dazi e dell’IVA al momento della vendita​, e adottare sistemi informatici conformi alla nuova procedura. Dall’altro lato, il sistema uniformato e digitalizzato porterà vantaggi operativi: grazie alla semplificazione dei calcoli doganali e all’interfaccia unica, le imprese potranno ridurre i tempi di sdoganamento e i duplicati di dichiarazione​. In particolare, l’abolizione della soglia di 150€ mira a eliminare i casi di sottodichiarazione fiscale (oggi molto diffusa)​, assicurando che tutte le merci importate contribuiscano equamente al gettito pubblico.

Per i consumatori europei, compresi quelli italiani, l’effetto sarà una maggiore trasparenza nei costi: con la riforma i dazi e l’IVA saranno già pagati alla fonte, evitando sorprese sulla bolletta d’acquisto. Le autorità prevedono un generale contenimento delle frodi doganali e un incremento del gettito fiscale (circa +1 mld€/anno) senza gravare di burocrazia aggiuntiva grazie al sistema semplificato​.

Anche le imprese italiane – in particolare i merchant cross-border e i marketplace – dovranno adeguare i propri processi logistici e informatici alle nuove regole dell’Unione. In prospettiva, però, l’allineamento normativo e la riduzione della complessità amministrativa potranno favorire il commercio transfrontaliero italiano, garantendo un accesso più fluido ai mercati europei con minori incertezze sulle procedure doganali​.

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